La nona edizione del Festival della Fondazione Diritti Umani si è conclusa dopo tre giorni di grande partecipazione di giovani nella sezione EDU, con momenti dedicati alla violenza di genere, la disabilità, le sofferenze pisoclogiche, le testimonianze di chi vive la guerra e con serate che hanno posto al centro il tema del giornalismo e della violenza di genere e un reading teatrale sul lato umano del conflitto israelo-palestinese.

Anche quest'anno la ricchezza delle voci e delle esperienze hanno stregato la platea dei giovani che hanno popolato la sede del Festival alla Fabbrica del Vapore di Milano. E la conclusione delle tre giornate è stata all'insegna della convivialità e partecipazione con un appuntamento che abbiamo chiamato Dire, Fare, Ballare, in cui abbiamo suonato con la Dj Clarice Trombella una colonna sonora a sua cura delle migliori canzoni a tema diritti.

E così lasciamo come legato della nona edizione questa playlist dei diritti, che accompagni tutti noi nella nostra quotidianità. Perché le canzoni, la musica e i testi sono parte integranti di una cultura di pace e di denuncia, che attraversa le generazioni,come sentirete.

 

 

Da marzo a maggio, una rassegna al Cinema Beltrade

Tre film che ci portano dove i diritti umani sono violati, dove si sviluppano le azioni per riconquistarli.

 

Iran, Ucraina, Kurdistan: sono le tre ambientazioni di questi film premiati per la loro bellezza e provenienti dai circuiti internazionali, proiettati in uno dei luoghi più attenti al cinema di qualità di Milano, il Cinema Beltrade, in via Oxilia 10.

“Iniziamo a percorrere la strada verso l'edizione 2024 del Festival dei Diritti Umani con una rassegna cinematografica. Fin dalla sua prima edizione abbiamo proposto film coinvolgenti, di qualità e che raccontassero le storie dei diritti umani violati nel mondo. Vogliamo farlo anche quest’anno, proponendo tre appuntamenti, uno al mese, in collaborazione con il Cinema Beltrade, che ci accompagneranno alla nuova edizione del Festival” - Spiega Danilo De Biasio, direttore della Fondazione Diritti Umani.

 

“Con Antonio Prata, direttore del Film Festival dei Diritti Umani di Luganoche ha curato la rassegna, abbiamo scelto tre film di valore, in versione originale sottotitolata. Sono tre film che stanno ricevendo diversi riconoscimenti internazionali, perché sono riusciti a dosare forza e delicatezza nell’affrontare le grandi crisi umanitarie e siamo orgogliosi di poterli offrire al pubblico milanese”, conclude De Biasio.

Il primo film, il 19 marzo, sarà “In the Rearview”, del regista polacco Maciek Hamela, che mostra in prima persona la fuga dalla guerra dei civili ucraini offrendo allo spettatore un posto sui sedili di un furgone che li conduce oltre il confine.

Il secondo appuntamento, il 9 aprile, sarà con “Endless Borders”, del regista iraniano Abbas Amini. La storia di un professore iraniano in esilio che conosce una famiglia di profughi afghani e dovrà rimettere in discussione la sua visione del mondo.

Ultima proposta, il 7 maggio, “When the Seedlings Grow”, di Rêger Azad Kaya. Ambientato a Kobane, ha conquistato il premio della giuria al Film Festival dei Diritti Umani di Lugano raccontando la vita che riesce a rifiorire dopo la guerra.

Tutti i film verranno proiettati alle 19.30 con un breve approfondimento.

biglietti si potranno acquistare presso la biglietteria del Cinema Beltrade o in prevendita online (a questo link: https://dice.fm/venue/cinema-beltrade-bd3k).

Sconto per chi prenota o acquista i biglietti con la parola d'ordine “Se non sono per tutt* non sono diritti” (6 euro anziché 7,50).

Potete dare la parola d'ordine in cassa oppure prenotarli scrivendo alla mail PRENOTA@CINEMABELTRADE.NET.

In esposizione al Memoriale della Shoah dal 3 maggio al 10 giugno 2023 

Arkivio 2.0
la strage di Moggiona

immagini di Rachele Ricci [Inserire link alla pagina Voce di Rachele Ricci]

Il 7 settembre 1944 alcuni soldati nazifascisti uccidono diciotto civili inermi nel paese di Moggiona, piccola frazione toscana del Casentino. Per molto tempo su questo eccidio cala il silenzio, fino alla scoperta di un fascicolo, ritrovato nel cosiddetto Armadio della Vergogna in Palazzo Cesi a Roma, che svela le dinamiche della strage.
Il progetto artistico di Rachele Ricci è un lavoro sulla memoria che ripercorre nel tempo i luoghi e le atmosfere di un episodio che ha segnato la sua storia personale e familiare, consentendoci l’immedesimazione in un'epoca buia, per non dimenticare.

a cura di Leonardo Brogioni

Grazie a: Luca Grisolini, Danilo Tassini, Daniele Ricci, Patrizia Meciani, Simone Bianchi, Aurelio Ceccherini, Accademia di Belle Arti Alma Artis di Pisa

 

_

Ospiti sezione foto

Federica Sasso [Inserire link alla pagina Voce di Federica Sasso]

Il lavoro dell’artista visiva Federica Sasso è uno sguardo intimo sul disagio psicologico degli adolescenti attraverso tre progetti realizzati dal 2016 a oggi.
Nel 2016 con Sick Sad Blue affronta la relazione tra disturbi alimentari e social media. Dal 2016 al 2019 il suo progetto Post-Adolescence ritrae gli adolescenti sia come parte di un gruppo, che come individui, documentando il loro viaggio verso la vita adulta. Tra il 2019 e il 2020 realizza una ricerca visiva sulla relazione tra gaming e adolescenza con il progetto Battle Royale.

 

Jonas Bendiksen [Inserire link alla pagina Voce di Jonas Bendiksen]

The Book of Veles, libro fotografico, operazione giornalistica, artistica e mediatica, inizia come progetto di fotografia documentaria sulla città macedone di Veles, considerata l'epicentro della produzione di fake news durante le elezioni presidenziali statunitensi del 2016. A tutto ciò Jonas intreccia alcuni estratti di un antico libro sulla storia di Veles, Dio slavo precristiano della malizia, del caos e dell'inganno (testo smascherato come un falso dalla maggior parte degli studiosi). Ma non si ferma qua. L'uscita del libro viene accompagnata da una proiezione pubblica delle immagini al Festival Internazionale di Fotogiornalismo "Visa pour l'Image" a Perpignan in Francia. Solo successivamente in un’intervista svela la falsità di alcune foto e testi, da lui prodotti tramite intelligenza artificiale. Un ulteriore inganno, un altro falso. Un'operazione coraggiosa in cui è caduto tutto il mondo del giornalismo, e che ha contribuito a farci riflettere sui meccanismi di produzione delle fake news, sulla facilità di manipolazione dell'informazione e sulla difficoltà dei mass media nell'arginare il fenomeno del deep fake.

 

Michele Borzoni [Inserire link alla pagina Voce di Michele Borzoni]
Workforce è un ambizioso progetto documentario che tenta di tracciare un quadro composito dell’attuale panorama lavorativo italiano nel contesto della recente recessione economica globale. È articolato in nove capitoli, spesso distanti – non solo geograficamente – ma a volte intrecciati: centri logistici, esami competitivi aperti, aste fallimentari, call center, industria 4.0, lavoratori agricoli migranti, picchetti sindacali, industria tessile cinese e acquisizioni da parte dei lavoratori. Un viaggio italiano durato più di tre anni, che mostra l’insicurezza, il deterioramento del settore manifatturiero, l’ascesa dei servizi della logistica, l’automazione, l’impatto dei flussi migratori.

magnifier